Giurisprudenza: gli sbocchi lavorativi
Sbocchi lavorativi Giurisprudenza, quali sono? Scopriamo insieme le possibilità di carriera, anche meno note, di un laureato in legge.
ARGOMENTI DEL POST
- Sbocchi lavorativi Giurisprudenza: ecco i più conosciuti
- Sbocchi lavorativi Giurisprudenza: alternative meno note
- Panoramica generale
- Laurea Triennale in Giurisprudenza: gli sbocchi lavorativi
Il corso di laurea in Giurisprudenza è decisamente quotato per diversi motivi. Innanzitutto si rivolge a quel bacino di studenti genuinamente appassionati di legge e diritto, che sognano di primeggiare in un’aula di tribunale. Inoltre, il titolo di laurea in legge permette di accedere a diverse altre carriere che esulano dall'ambito prettamente giuridico: in una parola, apre molte porte. Vediamo quindi insieme quali sono gli sbocchi lavorativi di Giurisprudenza più noti e non.
Sbocchi lavorativi Giurisprudenza: ecco i più conosciuti
Quando si pensa alla laurea in legge viene automatico pensare anche a queste tre professioni:
- Avvocato
- Notaio
- Magistrato
Avvocato
L’avvocato è ovviamente uno dei più noti tra gli sbocchi lavorativi in Giurisprudenza, tanto che il numero di avvocati a Roma sarebbe pari a quello dell'intera Francia. Del resto, nonostante non rispecchi totalmente l’idea “romantica” che ci siamo fatti guardando i film americani, fare l’avvocato in Italia risulta comunque affascinante, seppur non privo di fatica.
Una volta conseguita la laurea in Giurisprudenza (che già non è stata una passeggiata), l’aspirante avvocato dovrà svolgere due anni di tirocinio, oppure uno solo se frequenterà anche la Scuola di Specializzazione.
Dopo lo aspetterà l’esame di abilitazione, il cui superamento lo porterà a diventare un libero professionista preposto alla difesa e rappresentanza in giudizio. In caso non riuscisse a superare l’esame, può comunque esercitare come avvocato senza abilitazione l’attività stragiudiziale, che comprende ad esempio la redazione di contratti e di pareri, le consulenze, le messe in mora o gli arbitrati.
Notaio
Anche chi vuole diventare notaio deve lavorare almeno due anni presso uno studio notarile o comunque sostituire questa pratica, del tutto o in parte, con la frequentazione della Scuola di specializzazione. Ma cosa fa esattamente il notaio?
Come dice il proverbio, “Tanto più notaio, tanto meno giudice”. Ovvero se il notaio redige gli atti in maniera gli atti, non ci sarà bisogno di ricorrere al giudice. Di fatto il notaio, anche se opera in regime di libertà professionale, risulta a tutti gli effetti un pubblico ufficiale.
Magistrato
A differenza delle professioni di notaio e avvocato, per diventare magistrato occorre superare il concorso pubblico da uditore giudiziario, a patto di avere un titolo ulteriore alla laurea in Giurisprudenza.
Possono partecipare gli avvocati iscritti all’albo, coloro che hanno concluso il dottorato di ricerca o i diplomati alla scuola di specializzazione per professioni legali. Dopo affronteranno il tirocinio presso gli uffici giudiziari, nonché la scelta sul diventare giudice o magistrato. La differenza essenziale è che il primo è una figura super partes, mentre il secondo svolge una funzione pubblica.
Sbocchi lavorativi Giurisprudenza: alternative meno note
Non di solo tribunale vive il laureato in legge, come si può notare da questi sbocchi lavorativi di Giurisprudenza:
- Consulente legale
- Insegnamento
- Diplomatico
- Concorsi pubblici
Consulente legale
La strada del consulente legale è meno nota rispetto a quelle di avvocato, notaio e magistrato, anche se altrettanto valida. In questo caso abbiamo un professionista che collabora tanto con enti pubblici quanto con realtà private come le imprese. Il suo compito è fornire un parere specializzato nelle situazioni che lo richiedono.
Insegnamento
Se pensi che la carriera da insegnante faccia per te, sappi che puoi perseguirla dopo esserti laureato in Giurisprudenza. Tuttavia la laurea in Legge va abbinata a un percorso di studi conforme: bisogna infatti possedere un certo numero di CFU in determinati Settori Scientifico-Disciplinari.
Diplomatico
Se ami viaggiare, conosci almeno due lingue straniere e hai una laurea in Giurisprudenza, ti consigliamo di pensare alla carriera diplomatica. Certo bisogna prima partecipare a un concorso pubblico piuttosto spinoso, che se superato porta però a una professione di alto prestigio.
Concorsi pubblici
Il titolo di laurea in Giurisprudenza permette di accedere a diversi concorsi pubblici. Innanzitutto si può partecipare a un concorso, quando indetto, per lavorare presso l’amministrazione giudiziaria del Ministero della Giustizia.
Altre alternative sono rappresentate da un posto come funzionario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, all’Agenzie delle Entrate, al TAR o presso il Consiglio di Stato. Infine, il laureato in Giurisprudenza ha anche modo di entrare nelle forze dell’ordine.
Sbocchi lavorativi Giurisprudenza: panoramica generale
La flessibilità e la visione d’ampio respiro guadagnate dai laureati in Giurisprudenza possono essere applicate in più settori. In primis il laureato può lavorare come impiegato di banca e nelle compagnie di assicurazioni, o scegliere di dirigersi verso il campo del marketing.
Un’ulteriore professione da prendere in considerazione è quella di criminologo. Le conoscenze acquisite riguardo al diritto costituiscono un ottimo punto di partenza per iscriversi a una specializzazione o un master incentrati sulla criminologia.
Laurea Triennale in Giurisprudenza: gli sbocchi lavorativi
Per Laurea Triennale in Giurisprudenza si intendono essenzialmente i corsi in Scienze dei Servizi Giuridici e Operatore Giuridico d’Impresa. Questi iter portano di solito a lavorare nelle imprese e nelle aziende, dove i laureati possono svolgere però più di un ruolo. Scopriamo quali sono quindi gli sbocchi lavorativi di una laurea triennale in Giurisprudenza.
- Giurista d’Impresa
- Esperto nel settore immobiliare
- Consulente del lavoro
- Settori generali
Giurista d'impresa
Chi si laurea in uno dei due corsi citati può acquisire il titolo di Giurista d’Impresa. Seppur “generalista”, questa figura presenta un’elevata specializzazione da mettere al servizio del settore legale, contrattualistico e gestionale delle piccole e medie imprese.
Il Giurista d’Impresa si occupa inoltre della direzione del personale e dei contenziosi giuridici. Ma queste competenze possono essere impiegate tanto nelle realtà imprenditoriali, quanto nel terzo settore.
Esperto nel settore immobiliare
Il laureato in Scienze Giuridiche od Operatore Giuridico d’Impresa può applicare nel campo immobiliare le conoscenze acquisite durante gli anni di studio.
Nello specifico si impiegherà nell’area dell’amministrazione degli immobili e della gestione di patrimoni. La sua attività comprende inoltre l’intermediazione nella vendita, l’acquisto e la locazione di immobili, nonché attività di consulenza quando richieste.
Consulente del lavoro
Tra i vari sbocchi lavorativi di Giurisprudenza figura anche l’Operatore Giuridico, il quale ha modo di esercitare la funzione di consulente anche riguardo al mondo del lavoro in generale. Si tratta di un professionista specializzato nella gestione dei rapporti lavorativi, in quanto sovrintende a tutte le fasi che li costituiscono.
In primis svolge attività di selezione e formazione del personale, arrivando anche a gestire contenziosi e conciliazioni riguardanti le relazioni di lavoro. Il Consulente del lavoro può fornire inoltre assistenza fiscale e tributaria.
Settori generali
Infine chi si laurea in Operatore Giuridico d’Impresa e Scienze Giuridiche ha davanti a sé una moltitudine di scelte in vasti settori. Si parte dagli impieghi nel campo bancario e finanziario, fino ad arrivare alle aree amministrative e assicurative. Inoltre non gli è certo preclusa la carriera nelle forze dell’ordine.
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